Potenziale Zeta e superfici

La maggior parte delle superfici, quando entrano in contatto con i liquidi, sviluppano una carica superficiale. Essa genera un campo elettrico, che attira i controioni verso la superficie stessa; in prossimità dell’interfaccia solido-liquido, si forma quindi il cosiddetto doppio strato elettrico, costituito rispettivamente da uno strato immobile ed uno diffuso.

Mentre non è possibile misurare il potenziale all’interno dello strato immobile, la misura del potenziale nella zona di transizione tra lo strato immobile e quello diffuso è possibile muovendo il liquido e la superficie uno rispetto all’altro, separando così gli ioni all’interno dello strato diffuso. Il potenziale elettrico su questo piano di taglio viene detto Potenziale Zeta (Potenziale ζ).

Dalla sua determinazione, è possibile stimare se vi sono forze attrattive o repulsive tra due superfici; in termini pratici, il Potenziale Zeta può quindi aiutare a rispondere a domande come: “Le proteine si legheranno ad una determinata membrana?” o “Quanto velocemente cambiano le proprietà superficiali quando si aggiunge un tensioattivo?”.

Il Potenziale Zeta influenza quindi la stabilità delle sospensioni colloidali e dà un’indicazione dell’adesione tra i solidi. Per tali ragioni, la sua determinazione è di grande importanza nella tecnologia alimentare, nello sviluppo di biomateriali, materiali di filtrazione, nell’industria tessile e nella preparazione di wafer di silicio.

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